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Autore: Emidio Clementi
Dalla Piazza del Campidoglio, la serata Differenze all'interno del Festival delle Letterature 2015. Emidio Clementi legge l'inedito "Chi si ricorda degli Ovitz", un testo che spazia dall'Olocausto ad Andre Agassi e Deleuze. Musica a cura di Corrado Nuccini ed Emanuele Reverberi.
Autore: Enrica Bonaccorti (Conduttrice e Autrice)
Scrittura, radio, teatro e televisione: la vita e la professione di Enrica Bonaccorti sono un intreccio di tante vite. Esperienze artistiche e giornalistiche che si completano l’una con l’altra, tutte accomunate dal binomio professionalità-passione. Ricordi e aneddoti toccanti, quelli riferiti all’esperienza di scrittura per la musica, legati all’amicizia profonda e “sempre viva” con Modugno, con il quale lavora come paroliera scrivendo i testi di alcune delle più celebri canzoni italiane, tra le quali Amara Terra mia; titolo ideato insieme alla madre nel salotto di casa. “Mi fa veramente piacere che questa canzone continui ad emozionare così tanto, perché viene fuori da un cuore forte e da una bellissima testa come quella di mamma”, rivela con un sorriso.
Autore: Giancarlo De Cataldo
Giancarlo De Cataldo è uno dei protagonisti della serata Altri giorni, altre memorie all'interno del Festival delle Letterature 2016. Giancarlo De Cataldo legge l'inedito Chiamatemi J. Dark. Un testo dedicato a un trafficante di droga J. Dark citando Margaret Thatcher, LSD e la guerra del Vietnam. La lettura è accompagnata dalle note di Gabriele Coen al sax e al clarinetto e da Gianfranco Tedeschi al contrabasso.
Autore: Diocesi di Roma
Nel secondo incontro dedicato alla “Coppia” intervengono il Prof. Gaetano Castello, della Pontificia Facoltà Teologica di Napoli, i coniugi Prof. Mariagrazia Russo e Stefano Maria Paci, Giornalista e Vaticanista, l’On. Enrico Costa, Ministro per gli Affari regionali e le Autonomie e S. Em Cardinale Agostino Vallini, Vicario generale del Santo Padre per la Diocesi di Roma. Le letture, dal libro della Genesi, sono affidate a Luigi Fedele e Serena Costalunga dell’ Accademia Nazionale d’ Arte Drammatica “Silvio D’Amico” e le musiche al Coro del Conservatorio Ottorino Respighi di Latina. Conclude l’incontro Mons Lorenzo Leuzzi, Vescovo Ausiliare di Roma
Autore: Mariangela Gualtieri
Dalla Basilica di Massenzio in Roma Letterature - Festival Internazionale di Roma XVI Edizione "Scrittori/lettori. I banditi delle parole" "Ritorno dall'esilio: Ovidio 2000 anni dopo" Musica Ivano Battiston Mariangela Gualtieri legge dalle "Metamorfosi" di Ovidio
Autore: Idalberto Fei
Dal teatro dell’Angelo di Roma “Venduta al diavolo” intervista al Dott. Faust di Idalberto Fei con Mariano Sigillo. Con la partecipazione di Anna Teresa Rossini e le musiche dell'Istituto Centrale dei Beni Sonori e Audiovisivi. Con la partecipazione di Gabriele La Porta e Elio Sena. Conduce Laura De Luca, Regia di Antonello Avallone.
Autore: Jan Brokken
Dalla Basilica di Massenzio in Roma Letterature - Festival Internazionale di Roma XVI Edizione "Scrittori/lettori. I banditi delle parole" "Incroci e destini" Musica Gilda Buttà e Luca Pincini Matteo Lai legge da "Il giardino dei Cosacchi" di Jan Brokken Jan Brokken legge un suo inedito
Autore: Aurelio Picca
Dalla Basilica di Massenzio in Roma Letterature - Festival Internazionale di Roma XVII Edizione "IL DIRITTO/IL ROVESCIO. L'inesauribile corrente delle parole" PAVIDI E NO Aurelio Picca legge l'inedito "Diritto e Rovescio". Musica di Andrea Feroci e Francesco Micozzi
Autore: Vittorio Sgarbi - Storico dell'arte
Vittorio Sgarbi, storico dell’arte e saggista, presenta la memoria come strumento essenziale del suo lavoro di studioso, ricercatore e osservatore di opere d’arte. La memoria è un elemento genetico; riflettere sulla memoria è riflettere su uno strumento che stiamo contestualmente utilizzando. Tra i diversi tipi di memorie, essenziale per lo storico dell’arte è quella visiva, perché l’accostamento delle immagini consente il riconoscimento di una identità. Il patrimonio archivistico è quello che consente il procedimento del riconoscimento, ma c’è una memoria diversa, quella delle cose che abbiamo immagazzinate dentro di noi, che permette un percorso attribuizionistico. C’è una memoria generalista, che permette di ricordare ciò che si è affrontato in modo non specifico, ma allo storico dell’arte occorre invece una memoria specifica, come quella dei piccoli dettagli descritti dalle “cifre morelliane” di Giovanni Morelli Vittorio Sgarbi riflette anche come in ognuno di noi, anche se dichiaratamente anti-razzista, si celi un razzismo parziale, che si traduce in diffidenza verso popoli i cui atteggiamenti non sono da attribuirsi alla natura, ma alla cultura.
Autore: Ferdinando Vicentini Orgnani
Ferdinando Vicentini Orgnani è il protagonista di questa puntata di Orizzonti del Sapere. Il regista, produttore e sceneggiatore si confessa: racconta del processo dietro la nascita di un film. Vicentini Orgnani parla alcuni aneddoti legati al suo ultimo film, Vinodentro e degli altri suoi lungometraggi come Apocrifi sul caso Crowley, Ilaria Alpi: Il più terribile dei giorni e Un Minuto De Silencio. Il regista racconta anche di cosa vuol dire per lui passato, presente, futuro e orizzonte.
Autore: Pippo Baudo (Conduttore televisivo e compositore)
“Volevo fare l’artista”: è con queste parole che comincia la lunga intervista inedita di Pippo Baudo, conduttore e autore televisivo, colonna portante e volto tra i più noti del servizio pubblico italiano. Un racconto, il suo, che attraversa 60 anni di televisione: dal primo provino allo Studio 1 all’ideazione del programma “Settevoci”; dalle prime conduzioni di successo, alla scoperta di talenti come Loretta Goggi, Heather Parisi, Lorella Cuccarini, Jovanotti e tantissimi altri. Pippo Baudo è una fonte inesauribile di aneddoti che, in questa intervista, regala al pubblico con generosità: ed è a essi che affida, per esempio, il racconto dell’amicizia con Mike Bongiorno, indimenticato collega e compa-gno di avventure.
Autore: Fabiano Fabiani (Giornalista e dirigente d'azienda)
I cambiamenti e l’evoluzione del Servizio Pubblico Italiano, raccontati dall’interno grazie ad uno dei suoi più rinomati giornalisti e dirigenti. Quando Fabiano Fabiani fa il suo ingresso in Rai come giornalista, nel 1955, si sente investito dello spirito della prima dirigenza Rai che punta a lavorare "per una nuova televisione che deve crescere nel Paese, per portare più cultura, più intelligenza e conoscenza”. Tappa decisiva per la carriera e per la sua vita è il corso di formazione in Rai, che lo mette al fianco di futuri amici e colleghi come Giovanni Salvi, Emanuele Milano e Giuseppe Lisi. "Ci chiamavano corsari, battezzati così da Diego Calcagno, che teneva una rubrica su Il Tempo. I Corsari, giocando sull'ambiguità di frequentatori di un corso e corsari", spiega Fabiani, per farci assaporare lo spirito delle redazioni di allora, in cui si lavorava in un clima dinamico di tensione al nuovo. Un clima in cui "ognuno faceva le sue inchieste ed era visto con un po' di sospetto dalla vecchia radio".
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