Autore:
Furio Colombo e Vittorio Pavoncello
Furio Colombo, giornalista, scrittore, politico e accademico italiano, dialoga con Vittorio Pavoncello, regista, autore e artista, sui motivi che, a distanza di venti anni dall’istituzione della giornata della Memoria, hanno portato agli “Stati generali della memoria”, una serie di appuntamenti che indagheranno, attraverso il contributo di discipline scientifiche, storiche e umanistiche, la memoria umana nelle sue caratteristiche, metodi, potenzialità e nelle aspettative ed i valori aggiunti che l’uomo le attribuisce. La sensibilità di Pavoncello, la cui riflessione sul tema ha portato all’opera teatrale Eutanasia di un ricordo, medaglia d’argento della Presidenza della repubblica nel 2004, si incontra con l’esperienza personale di Furio Colombo, i cui occhi di bambino hanno fissato indelebilmente una guerra di cui ricorda ogni dettaglio, ogni episodio, ogni circostanza. La conversazione si snoda toccando punti di grande interesse: dalle minoranze colpite dallo sterminio al coinvolgimento dell’Italia spesso scarsamente messo in evidenza; dalla Seconda guerra mondiale come prima guerra razzista all’accusa al re Vittorio Emanuale III di crimini di guerra per aver firmato le leggi razziali a molto altro. La memoria, come ricordano disse Paul Ricoeur, non è ereditaria. E’ un grande bene ma va preso, ed è un dovere per i molti che sentono di dover ricordare.
Autore:
Maurizio Savini
L’artista e scultore Maurizio Savini espone una lezione sul senso dell’arte e sulla sua opera. Per la riqualificazione dell’artista contemporaneo quali sono le urgenze oggi? Savini parla del concetto dell’arte come di un linguaggio materno e della necessità di creare laboratori e workshop che mirino all’interazione, fa una critica ai grandi musei contemporanei frutto di esercizi di stile da parte di alcuni architetti. L’artista, sostiene, deve dialogare attraverso i laboratori per creare nuovi linguaggi. Lo scultore presenta i suoi lavori: a Parigi nel 2004 dove in un famoso ospedale ha creato una serie di illustrazioni geometriche con forme irregolari che hanno dimostrato come bambini e adulti in presenza di determinati colori si tranquillizzano, e in Russia dove con alcuni bambini afflitti da tragedie di guerra ha creato una serie di laboratori confermando il linguaggio universale dell’arte. Nel 2011 a Frascati realizza una performance che ha lo scopo di dimostrare che non è sempre necessario edificare o costruire barriere. Savini conclude parlando della sua scelta di lavorare con prodotti alimentari che gli consentono di confrontarsi con il tempo.