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Michelangelo Pistoletto
Il Maestro Michelangelo Pistoletto parla della sua opera il Terzo Paradiso. Dall’antico persiano “giardino protetto” il Terzo Paradiso è un paradiso terreno, un simbolo dell’infinito aggiornato, composto da tre cerchi, nel quale il cerchio centrale rappresenta un presente che connette la vita e la morte. Il Terzo Paradiso è l’unione del primo paradiso, quello naturale e quello secondario artificiale. Oggi si creano le premesse perché questo terzo stadio dell’umanità possa verificarsi attraverso l’arte, il segno rappresenta un’indicazione che conduce verso il domani. Il maestro Pistoletto parla di un progetto artistico di cambiamento, un’idea di paradiso terrestre realizzato da noi stessi. L’arte diventa protagonista della trasformazione e del cambiamento e strumento di responsabilità sociale. Pistoletto conclude parlando della scelta del 21 dicembre 2012 come data simbolica per l’entrata nel Terzo Paradiso, della sua mostra al Louvre di Parigi nel 2013 e della collaborazione con l’Università Telematica Internazionale UNINETTUNO e RAM radioartemobile per realizzare questa trasformazione.
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Achille Bonito Oliva
Il critico d’Arte Achille Bonito Oliva espone una lezione sull’intimo significato e il senso profondo dell’arte. L’Arte contemporanea ha una funzione sociale e in questo momento di crisi, nella sua autonomia, è un punto di riferimento per l’umanità. “L’arte è un massaggio a un muscolo atrofizzato della sensibilità collettiva”. Achille Bonito Oliva parla della Città dell’Arte dell’artista Michelangelo Pistoletto e in dettaglio dell’opera il Terzo Paradiso. Spiega come l’artista ha sempre lavorato sotto il segno dell’arte responsabile, consapevole di non poterli risolvere, la sua opera ha il merito di aver inciso sui problemi che affliggono l’umanità. Oliva prosegue sostenendo che l'arte non è uno slogan o una parola d'ordine imperiosa, ma lo sviluppo di nuovi processi di conoscenza, una domanda sul mondo. Pistoletto è l’artista che restituisce una conferma all’arte come promessa di bellezza, e un’etica capace di recuperare per l’arte una progettualità che serve a scuotere le coscienze e a sviluppare una felicità collettiva al di fuori di ogni frontiera.
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Italo Tomassoni
Il critico d’Arte contemporanea Italo Tomassoni parla di arte e libertà in filosofia e in storia dell’arte dove la libertà è una condizione fondativa. Tommassoni fa un excursus sull’arte per dimostrare che il linguaggio artistico di ciascuna epoca, si realizza all’interno di un preciso rapporto di dimensioni e di senso, con quello che precedeva coloro che si esprimevano e con il contesto storico sociale e culturale. Procede sottolineando la frattura di questo concetto avvenuta nell’ 800 e analizzando l’ epoca moderna dove il concetto di libertà insidiato dal consumo, ha bisogno di cercare altri modi per esprimersi. Nasce la performance dove l’oggetto d’arte non è più rappresentazione ma presentazione di se stesso. Italo Tommasoni racconta la vita e le opere dei grandi artisti Gino De Dominicis e Vettor Pisani.
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Maurizio Savini
L’artista e scultore Maurizio Savini espone una lezione sul senso dell’arte e sulla sua opera. Per la riqualificazione dell’artista contemporaneo quali sono le urgenze oggi? Savini parla del concetto dell’arte come di un linguaggio materno e della necessità di creare laboratori e workshop che mirino all’interazione, fa una critica ai grandi musei contemporanei frutto di esercizi di stile da parte di alcuni architetti. L’artista, sostiene, deve dialogare attraverso i laboratori per creare nuovi linguaggi. Lo scultore presenta i suoi lavori: a Parigi nel 2004 dove in un famoso ospedale ha creato una serie di illustrazioni geometriche con forme irregolari che hanno dimostrato come bambini e adulti in presenza di determinati colori si tranquillizzano, e in Russia dove con alcuni bambini afflitti da tragedie di guerra ha creato una serie di laboratori confermando il linguaggio universale dell’arte. Nel 2011 a Frascati realizza una performance che ha lo scopo di dimostrare che non è sempre necessario edificare o costruire barriere. Savini conclude parlando della sua scelta di lavorare con prodotti alimentari che gli consentono di confrontarsi con il tempo.
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Gianfranco Baruchello
Gianfranco Baruchello, allievo di Marcel Duchamp, parla del suo lavoro partendo dalla defizione di "arte". Nel caso di un artista, gli atti, le idee, i comportamenti e le opere eseguite. "Libertà" intesa come comportamento dell'uomo libero non costretto da nessuno. La lezione affronta tutti i diversi linguaggi esplorati dall'artista.