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IA762 video trovati
Autore: Chiara Gamberale e Enrico Ianniello
Dalla Basilica di Massenzio in Roma Letterature 2019 - Festival Internazionale di Roma XVIII Edizione "IL DOMANI DEI CLASSICI" - L'abbandono Chiara Gamberale e Enrico Ianniello leggono l'inedito "L'ultima sera" (di Chiara Gamberale) suona Valerio Viglar
Autore: Valeria Parrella
Dalla Basilica di Massenzio in Roma Letterature 2019 - Festival Internazionale di Roma XVIII Edizione "IL DOMANI DEI CLASSICI" - Sconfinamenti Valeria Parrella legge l'inedito "Una donna di Karya" musica di Emanuele Bultrini e Peppe D' Argenzio
Autore: Roberto Saviano
Dalla Basilica di Massenzio in Roma Letterature 2019 - Festival Internazionale di Roma XVIII Edizione "IL DOMANI DEI CLASSICI" - Sconfinamenti Roberto Saviano legge l'inedito "Chi è neutrale è complice" musica di Emanuele Bultrini e Peppe D' Argenzio
Autore: Concerto degli Archi di Santa Cecilia
Dalla Basilica di Massenzio in Roma Letterature 2019 - Festival Internazionale di Roma XVIII Edizione "IL DOMANI DEI CLASSICI" Concerto degli Archi di Santa Cecilia diretti dal Maestro Luigi Piovano musiche di Wolfgang Amadeus Mozart Introduce Michele Dall'Ongaro presidente dell' Accademia di Santa Cecilia
Autore: Fabiano Fabiani (Giornalista e dirigente d'azienda)
I cambiamenti e l’evoluzione del Servizio Pubblico Italiano, raccontati dall’interno grazie ad uno dei suoi più rinomati giornalisti e dirigenti. Quando Fabiano Fabiani fa il suo ingresso in Rai come giornalista, nel 1955, si sente investito dello spirito della prima dirigenza Rai che punta a lavorare "per una nuova televisione che deve crescere nel Paese, per portare più cultura, più intelligenza e conoscenza”. Tappa decisiva per la carriera e per la sua vita è il corso di formazione in Rai, che lo mette al fianco di futuri amici e colleghi come Giovanni Salvi, Emanuele Milano e Giuseppe Lisi. "Ci chiamavano corsari, battezzati così da Diego Calcagno, che teneva una rubrica su Il Tempo. I Corsari, giocando sull'ambiguità di frequentatori di un corso e corsari", spiega Fabiani, per farci assaporare lo spirito delle redazioni di allora, in cui si lavorava in un clima dinamico di tensione al nuovo. Un clima in cui "ognuno faceva le sue inchieste ed era visto con un po' di sospetto dalla vecchia radio".
Autore: Gianni Bisiach (Giornalista, scrittore e storico)
Dopo la laurea in Medicina, Gianni Bisiach sceglie di occuparsi delle sue grandi passioni: la televisione ed il cinema. "Il medico – afferma – cura le persone una per volta; il cinema e la televisione, invece, possono cambiare il mondo". Giornalista e autore di documentari scientifici, intervista i Premi Nobel della Scienza, benché la sua fama si affermi con le grandi inchieste In tutte le sue esperienze professionali, Bisiach ricerca sempre la verità, poiché "la televisione – sostiene – ha soprattutto la funzione di essere una missione, cioè deve aiutare la gente a capire meglio il mondo in cui vive e, possibilmente, a migliorarlo."
Autore: Roberto Zaccaria (Professore di Diritto Costituzionale)
Storico presidente della RAI, Roberto Zaccaria in questa intervista racconta cosa vuol dire essere a capo di una delle aziende di comunicazione più importanti del mondo. Un mestiere difficile e di grande responsabilità, di cui Zaccaria racconta le varie tappe, fatte di decisioni scomode, casi spinosi ma anche grandi successi. Alla domanda “Che cosa pensa che la RAI oggi dovrebbe fare per caratterizzarsi come servizio pubblico”, Zaccaria risponde senza remore, fornendo la sua “ricetta” fatta di tre ingredienti imprescindibili: indipendenza economica, programmi d’eccellenza e un monito che deve valere sempre, ossia “La tv deve sorprendere!”.
Autore: Furio Colombo e Vittorio Pavoncello
Furio Colombo, giornalista, scrittore, politico e accademico italiano, dialoga con Vittorio Pavoncello, regista, autore e artista, sui motivi che, a distanza di venti anni dall’istituzione della giornata della Memoria, hanno portato agli “Stati generali della memoria”, una serie di appuntamenti che indagheranno, attraverso il contributo di discipline scientifiche, storiche e umanistiche, la memoria umana nelle sue caratteristiche, metodi, potenzialità e nelle aspettative ed i valori aggiunti che l’uomo le attribuisce. La sensibilità di Pavoncello, la cui riflessione sul tema ha portato all’opera teatrale Eutanasia di un ricordo, medaglia d’argento della Presidenza della repubblica nel 2004, si incontra con l’esperienza personale di Furio Colombo, i cui occhi di bambino hanno fissato indelebilmente una guerra di cui ricorda ogni dettaglio, ogni episodio, ogni circostanza. La conversazione si snoda toccando punti di grande interesse: dalle minoranze colpite dallo sterminio al coinvolgimento dell’Italia spesso scarsamente messo in evidenza; dalla Seconda guerra mondiale come prima guerra razzista all’accusa al re Vittorio Emanuale III di crimini di guerra per aver firmato le leggi razziali a molto altro. La memoria, come ricordano disse Paul Ricoeur, non è ereditaria. E’ un grande bene ma va preso, ed è un dovere per i molti che sentono di dover ricordare.
Autore: Franco Salvatori - Geografo
Franco Salvatori, ordinario di Geografia presso l’università degli Studi di Roma Tor Vergata, affronta il tema del legame tra la geografia e la memoria. La geografia, intesa sia come paesaggio naturale che modificato dall’uomo, è scienza dei luoghi, che non sono altro che l’esito dell’azione umana nel corso della storia. Sono stratificazione storica di come una società ha potuto imprimere i suoi valori e le sue attitudini sulla superficie terrestre, compenetrando tutto il tessuto sociale e mettendo in campo tutte le sue risorse, non solo tecnologiche, ma anche culturali. La geografia implicitamente ci ricorda che siamo parte di una stessa comunità, parte di uno stesso genere umano, ognuno con la sua specificità, e che neanche le aberrazioni possono cancellare queste orme. .
Autore: Aldo Cazzullo - Giornalista
La memoria può subire una manipolazione. Quella naturale può essere strutturale nell’essere umano, diverso è quando è strumentale ad una finalità. Se la finalità è politica, allora è falsata, distorta e può alterare sia l’identità che la storia stessa. Aldo Cazzullo, giornalista e scrittore, in un’epoca in cui per la nostra cultura il passato non sembra più esistere e tutto sembra ugualmente distante nel tempo e da noi, sottolinea l’importanza e la specificità del Giorno della memoria. La memoria è sempre individuale; non esiste una memoria condivisa, ma possiamo arrivare a valori condivisi, a giudizi condivisi. Cazzullo ricorda numerosi eventi e personaggi, affronta temi di grande interesse, dimostrando come frequenti convinzioni sul nazi-fascismo ed i suoi protagonisti siano in realtà solo dei luoghi comuni.
Autore: Antonio Debenedetti - Scrittore
La memoria evoca immagini, suoni, ma anche parole. Antonio De Benedetti, scrittore, giornalista, poeta e critico letterario, ci guida nella comprensione dei meccanismi e della valenza della memoria nella nostra vita, anche quotidiana. Portando qualcosa alla memoria, portiamo alla luce qualcosa che è dentro di noi. La memoria è il grande spettacolo della vita. Ci riporta anche a pagine lette, perché la scrittura è memoria. Potente suggeritrice di emozioni e pensieri, abita dentro di noi e ci soccorre è un dono prezioso nei momenti più difficili. Le memorie più straordinarie sono quelle dell’infanzia e allora De Benedetti, attraverso i suoi ricordi personali, ci guida nel quotidiano dei bambini della Roma del dopoguerra, con immagini vive e delicatissime di vita reale. La memoria può ricordare anche eventi terribili, come quelli del 16 ottobre del ’43, ma anche il seguente meraviglioso desiderio di libertà che “profuma l’aria, dà impeto di gioia e fa venire voglia di creare
Autore: Elèna Mortara Di Veroli - Studiosa di Letteratura Ebraico-Americana
Elèna Mortara di Veroli, studiosa e docente di letteratura americana, ci guida alla scoperta della ricchezza insita nella storia e nella cultura Yiddish, lingua parlata dalle popolazioni di quei luoghi dove la ferocia nazista operò con più determinazione. Lingua di origine ebraico-tedesca, la cui storia millenaria si origina nel x secolo nella regione della Renania, nel XIV secolo si arricchisce di elementi slavi a causa del trasferimento ad oriente di un popolo in fuga dalla peste e dalle persecuzioni. E’ una lingua di fusione, un unione di dialetto medievale tedesco, elementi slavi , termini ebraici e, soprattutto, caratteri ebraici con regolare lettura da sinistra a destra. Attraverso un lungo quanto affascinante percorso attraverso testi, personaggi, artisti, canti della tradizione , Elèna Mortara di Veroli dà un esempio e una testimonianza di quello che stata ed è oggi la letteratura Yiddish, che in America, soprattutto nel secondo dopoguerra,ha sviluppato una cultura Yiddish americana, che ha contribuito alla cultura ebraico- americana
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