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I magnifici dieci. Guida al romanzo del secondo novecento italiano - Primo Levi: "Se questo è un uomo”, “La tregua”
Prof. Guido Davico Bonino
Questa lezione è dedicata all’approfondimento di uno dei capolavori della letteratura italiana del secondo novecento “ Se questo è un uomo” di Primo Levi. Fino al 1938 la carriera professionale di Primo Levi si svolge sotto l’insegna dell’industria chimica ma la promulgazione delle leggi razziali di quello stesso anno diventano per lui provvidenziali perché come dice lo stesso Levi “dimostrarono la stupidità del fascismo” del quale purtroppo divenne presto una vittima. "Se questo è un uomo" è un'opera memorialistica scritta tra il dicembre 1945 ed il gennaio 1947 e rappresenta la meditata e coinvolgente testimonianza di quanto vissuto dall'autore nel campo di concentramento di Auschwitz dove rimase fino alla liberazione da parte dell'Armata Rossa nel gennaio del ’45. Il testo venne scritto non per muovere accuse ai colpevoli, ma come testimonianza di un avvenimento storico e tragico. È la riscrittura dell’esperienza degli internati nei campi di concentramento europei ad opera del nazismo e la ricreazione di un esperienza estrema quale la prigionia, la segregazione, con il quotidiano incubo della morte e la riflessione sul comportamento “dell’uomo nemico all’ uomo”. Questo libro al di là della solidità della testimonianza è indubbiamente il più intenso poema in prosa degli ultimi 50 anni che rende omaggio alle illimitate capacità dell’uomo ad essere solidale e caritatevole verso gli altri. Un testo ricco e profondo in ogni sua pagina, dove la condivisione del dolore, della sofferenza, della fame ma anche il composto rispetto tra i prigionieri convogliano alla conservazione della dignità umana. Bonino fa infine riferimento alle successive opere di Primo Levi “La tregua” e “I sommersi e i salvati” dove l’autore continuò ad occuparsi del tema della segregazione, della differenza punita della diversità oltraggiata
Anno di produzione: 2006
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Pagine: 123
Autore: Prof. Guido Davico Bonino
“Io penso che nessuna voce di romanziere in questi ultimi anni abbia trovato la propria fisionomia con tanta precisione, con tanta purezza con tanto potere di rivelazione”. Così, Pier Paolo Pasolini salutava l’apparizione de il “Memoriale” sullo scenario letterario italiano. Il “Memoriale” è un romanzo di Paolo Volponi, pubblicato nel 1962. L’ispirazione per il protagonista del romanzo Albino Saluggia gli viene durante il suo lavoro alla fabbrica Olivetti. Volponi legge una lettera di un operaio malato di tubercolosi che si rivolge ad Adriano Olivetti chiedendogli di occuparsi della situazione; l’operaio sosteneva di non essere malato e accusava i medici di volerlo allontanare dalla fabbrica. Esattamente ciò che accade al protagonista del romanzo, contadino reduce della seconda guerra mondiale assunto in una grande fabbrica del Nord. Il memoriale non è un romanzo evasivo o disinteressato. E’ un romanzo che affonda le sue radici e la sua tematica nel vivo dell’esperienza personale del suo autore. Una scrittura nata dalla pena del lavoro quotidiano in una grande industria. E’ un diario scritto a ritroso. Le tensioni che questo libro sprigiona non sono puramente esistenziali ma hanno qualcosa di “profondamente politico etico e civile”. Alberto Asor Rosa, storico della letteratura defini il memoriale un “romanzo magma” che secondo lo storico consiste “nella completa distruzione della struttura e del tessuto romanzesco tradizionali e nell’esibizione di una massiccia realtà umana e storica che non si può più organizzare secondo determinate gerarchie ma va presa e presentata come dire di un colpo solo nella sua complessissima e districabile interezza”
Autore: Prof. Guido Davico Bonino
Questa lezione è dedicata al romanzo giallo dello scrittore Leonardo Sciascia “ A ciascuno il suo” pubblicato nel 1966 dalla casa editrice Einaudi. Dopo una breve sintesi del racconto cui è dedicata la lezione, il Prof Bonino ci offre un immagine dello scrittore. Nel panorama letterario Sciascia era una figura di intellettuale a tutto tondo; narratore, critico letterario, storico e difensore di tradizioni locali, animatore culturale e consulente editoriale. Dal 1972 al 77 fu consigliere Comunale di Palermo e dal 1979 al 1983 deputato alla camera. Una figura che si spende con intelligenza e con puntiglio in tutte le direzioni; un letterato colto dotato di una pungente ironia legatissimo ad alcune figure maestre della propria regione, la Sicilia, come Verga, Pirandello e Vitaliano Brancati. Era anche un letterato di respiro europeo. Si sentiva un discepolo degli illuministi francesi vedendo nella ragione la sua unica “dea” tutta laica. Ciò che preme a Sciascia nei suoi gialli è far vedere come sia intessuta ed intricata la trama delle convivenze, delle corresponsabilità che legano insospettabili a sospettati. Accusato di essere uno scrittore trasandato in realtà Sciascia fu uno stilista impeccabile, uno razionalista di gusto e stampo illuminista che sapeva vivere il proprio tempo preoccupandosi soprattutto dell’ efficacia e della suggestione della propria pagina letteraria
Autore: Prof. Guido Davico Bonino
Questa lezione è dedicata al romanzo “Il partigiano Johnny” del 1968 dello scrittore Beppe Fenoglio. Il romanzo, considerato uno dei più importanti della Resistenza e del Novecento italiano, esce incompiuto e postumo a 5 anni dalla morte dell’autore avvenuta prematuramente, a causa di una grave malattia, all’età di 41 anni. Dopo la breve introduzione relativa alla biografia dell’autore e alla sua esperienza di partigiano Bonino offre una veloce panoramica delle opere dello scrittore: “I ventitre giorni della città di Alba”, “La malora”,” Primavera di bellezza” ed infine “Il partigiano Johnny”, definita dal critico letterario Lorenzo Mondo “una moderna Iliade” Il romanzo racconta l’epica guerra sulle tristi colline intorno ad Alba dove la morte per i partigiani è sempre in agguato e riprende la storia di Johnny già protagonista in “Primavera di bellezza” a partire dal ritorno a casa dopo l'armistizio.
Autore: Prof. Guido Davico Bonino
Lezione dedicata ad un romanzo breve di straordinario fascino “Le due zittelle” di Tommaso Landolfi. Il Prof. Bonino dopo una breve ricostruzione della formazione culturale e delle esperienze di vita dell’autore fa un analisi del romanzo il cui titolo trae in inganno. Infatti nella curiosa doppia T l’autore sposta la semantica del nome verso il concetto di “zitta”, che è appunto il concetto chiave che caratterizza le due solitarie sorelle protagoniste della storia
Pagine: 123
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